A corredo dell’articolo dedicato all’udienza che il Pontefice ha accordato al superiore generale della fraternità San Pio X (pagina 19 del Corriere del 26 agosto) c’era un riquadro in cui, a proposito della scrittrice Cristina Campo, si leggeva: «con “Una Voce”, associazione per la difesa della liturgia latino-gregoriana, si mosse nella scia dei lefebvriani». La fine scrittrice fu veramente tra i fondatori del nostro movimento, che si costituì in associazione nel 1967, sotto la presidenza di Filippo Caffarelli, ma anche prima, insieme a molte personalità della cultura, si era adoperata per mantenere alla Chiesa e al mondo la ricchezza dell’antica liturgia. Il movimento «Una Voce» era già sorto a Parigi nel dicembre 1964, a opera principalmente del compianto Eric Vermehren de Saventhem; e numerosi gruppi nazionali sì erano costituiti prima della riforme del messale nel 1967 e nel 1970. Queste precisazioni mostrano che «Una Voce» precedette l’iniziativa di mons. Lefebvre, che misero capo, solo nel 1970, alla fondazione della fraternità San Pio X. L’espressione «nella scia» è dunque erronea ed è semmai vero il contrario, date le intense relazioni epistolari che corsero tra i fondatori di «Una Voce» e il presule, come con molti cardinali romani.
Segnalo, con l’occasione, che il messale di Paolo VI fu emanato nel 1969-1970, a che esso non può dirsi frutto delle indicazioni del secondo concilio vaticano, che possono forse ritenersì, sia pure in modo affrettato, recepite nella riforma del 1965. Ad ogni buon conto il messale che viene usato dalle comunità di «Una Voce» è quello, integrato dal Beato Giovanni XXIII nel 1962, e secondo il quale il sacerdote celebra ad Deum, (espressione teologicamente errata è quella «con le spalle ai fedeli», usata in un riquadro della pagina 19).
Riccardo Turrini Vita
Presidente nazionale di «Una Voce» [Italia]
Cfr. «Corriere della Sera», 1º settembre 2005.