PARTE PRIMA
REGOLE GENERALI
ARTICOLO I
Le parole che il sacerdote deve sapere a memoria.
Vi sono molte cose nella celebrazione della messa che con grave difficoltà ovvero in nessun modo si possono leggere. Se il sacerdote non le conosce a memoria, è pressoché impossibile che celebri la messa secondo il rito. Di conseguenza, perché il sacerdote in cosa di tanta importanza compia tutto il più possibile nel modo migliore, è molto conveniente, anzi necessario che impari a memoria:
1. Da, Domine, virtutem manibus, etc., l’orazione che si dice alla lavanda delle mani.
2. Impone, Domine, capiti meo, etc. con le altre preghiere che il sacerdote deve recitare mentre assume le vesti sacre.
3. In nomine Patris, etc., vale a dire dal principio della messa all’Introito.
4. Munda cor meum, etc., Dominus sit in corde meo, etc., Per Evangelica dicta, etc.
5. Suscipe, sancte Pater, etc., all’oblazione dell’ostia; Deus, qui humanae substantiae, etc.
6. Offerimus tibi, Domine, etc., all’oblazione del calice. In spiritu humilitatis, etc., Veni sanctificator, etc., e almeno i primi versetti del Salmo Lavabo.
7. Suscipe, sancta Trinitas, e Orate fratres, etc.
8. Te igitur, etc., fino alle parole haec sancta sacrificia illibata.
9. Le parole benedictam, adscriptam, etc., fino a Haec quotiescumque feceritis dopo la consacrazione incluso.
10. Hostiam puram, Hostiam sanctam, etc.
11. Supplices te rogamus fino al Memento dei defunti.
12. Per quem haec omnia, etc., fino al Pater noster.
13. Da propitius pacem fino a Haec commixtio.
14. Le tre orazioni che precedono l’assunzione del Corpo di Cristo, perché nel tempo della loro recita il sacerdote deve guardare il Sacramento, e le altre fino all’abluzione delle dita inclusa.
15. Placeat tibi sancta Trinitas, etc., e Benedicat vos, etc.
Le altre cose, come il Gloria, il Credo, il Vangelo di san Giovanni: In principio, sarà estremamente utile saperle a memoria per evitare molti inconvenienti.
Cfr. F. ZUALDI, Caeremoniale Missae privatae, emendatum et auctum cura S. CAPOFERRI, Taurinorum Augustae-Romae, Marietti, 1922, pp. 9-10. Traduzione italiana di Fabio Marino.