Di tutte le feste di Apostoli che in antico facevano parte del ciclo natalizio, l’unica che sia rimasta è quella di san Giovanni, già associato in Oriente a san Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme. La Stazione è nella basilica Liberiana, pel motivo che la chiesa Lateranense è dedicata al Salvatore – a san Giovanni Evangelista ed al Battista erano dedicati soli due piccoli oratori a destra e a sinistra del battistero, eretti da papa Ilaro in memoria dello scampato pericolo, quando si sottrasse colla fuga alle violenze conciliari dei seguaci di Dioscuro, nel così detto latrocinium Ephesinum. – La basilica di San Giovanni innanzi la porta latina è d’origine posteriore, e non venne compresa che assai tardi nella lista delle chiese stazionali; non rimaneva quindi che il tempio Liberiano, il quale, sia per il Presepio del Salvatore che per i mosaici di Sisto III in memoria del Concilio d’Efeso, tenuto appunto presso il sepolcro dell’Evangelista, sembrava il più adatto a celebrare in esso la Stazione natalizia in onore di san Giovanni.
In seguito l’oratorio Lateranense dell’Evangelista salì a gran celebrità, e quindi non è impossibile che le due messe segnate in questo giorno nel Sacramentario Leoniano, si riferiscano veramente a due distinte Stazioni, una a Santa Maria Maggiore e l’altra al battistero del Laterano.
Fino al secolo XI le Stazioni romane si svolsero regolarmente coi loro solenni riti tradizionali; ma dopo questo tempo gli scismi e le lotte delle fazioni avendo trattenuto i Papi dal prendervi parte personalmente, gli Ordines posteriori prescrivono che anche la festa di san Giovanni, al pari di molte altre, venga celebrata semplicemente nella Cappella papale. Cantava la messa un cardinale, ed uno dei procuratori dei nuovi ordini mendicanti teneva l’omilia alla presenza del Pontefice, che indossava il pluviale di scarlatto e la mitra. Ai secondi vesperi – ammessi in Roma assai tardi, mentre il vespero originariamente era il preludio dell’ufficio vigiliare che precede, non segue, le grandi solennità – intervenivano il clero palatino, i commensali del Papa, gli uditori di palazzo, i suddiaconi, gli accoliti e i cappellani.
(A. I. SCHUSTER, Liber Sacramentorum II, pp. 172-173)