La Chiesa del convegno è già nota: è il dominicum Clementis, che dista forse un trecento metri dal titolo dei Santi Pietro e Marcellino. Quest’ultima basilica fu eretta a tempo di papa Siricio, e giusta la consuetudine romana, consacra probabilmente il ricordo dell’abitazione d’uno almeno dei due Martiri in quel luogo. Sappiamo da papa Damaso, che nella puerizia egli apprese le circostanze della passione dei santi Pietro e Marcellino dal loro stesso carnefice:
Percussor retulit mihi Damaso cum puer essem,
e siccome oggi la liturgia si preoccupa troppo del contrasto fra due fratelli, Esaù e Giacobbe, il figlio fedele e lo scialacquatore, è credibile che vi si insinui un’allusione a questo carnefice, il quale espiò col battesimo e colla penitenza quel delitto.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, p. 95.