Ad imitazione delle Chiese bizantine che la III domenica di quaresima celebrano una festa in onore del santo Legno della Croce, la liturgia romana dedica questa domenica, denominata già in vigesima, a celebrare le glorie del Vessillo trionfale della redenzione. Una parte considerevole del Legno della santa Croce si custodisce sin dai tempi di sant’Elena nella basilica in aedibus sessoriis: di qui il motivo dell’odierna stazione.
Questo venerando tempio coi suoi santuari ante Crucem e post Crucem vuole essere in Roma una libera riproduzione del Martyrion Gerosolimitano. Il suo titolo primitivo era Basilica Heleniana, ovvero comunemente Sancta Hierusalem, donde le frequenti allusioni a Gerusalemme nella messa d’oggi.
Nel medio evo il Papa andava alla stazione a Santa Croce in Gerusalemme tenendo in mano una rosa d’oro, di cui poi spiegava al popolo il mistico significato. Nel ritorno, ne faceva un presente al prefetto di Roma, donde è nato l’uso ancor oggi vigente, che la rosa d’oro benedetta dal Pontefice venga inviata in dono a qualche principe cattolico. E’ difficile di rintracciare l’origine di questa solennità, che circonda a Roma d’un carattere speciale la IV domenica di quaresima. Può essere che derivi dalla festa bizantina di mezza-quaresima, ma non è da rigettarsi affatto l’ipotesi che nell’odierna solennità, sotto il nome di Dominica in vigesima riconosca l’antico caput ieiunii romano, tre settimane prima di Pasqua.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 116-117.