La chiesa di San Menna venne eretta probabilmente nel iv secolo dalla colonia Alessandrina di Roma, e sorgeva sulla riva sinistra del Tevere, al primo miglio della via Ostiense, quasi incontro quindi all’altro santuario Alessandrino dei martiri Ciro e Giovanni, eretto sull’opposta riva, lungo la via Portuense. La devozione dei compaesani diede tra noi popolarità al Santo Egiziano, cosicché nel vii secolo il suo natale agli 11 di novembre era ancora onorato con la stazione liturgica al suo santuario, dove un anno predicò anche Gregorio Magno.
La stazione odierna è intimata a San Paolo, perché la storia della sua conversione, quando fu abbagliato dalla luce celeste sulla via di Damasco, lo rende il prototipo e il modello dei catecumeni. La funzione s’intitola altresì in aperitione aurium, perché in senso spirituale vi si rinnovava il miracolo che operò Gesù nel risanare il sordo. Il Pontefice con riti magnifici spiegava per la prima volta ai candidati pel battesimo il Simbolo di Fede, l’Orazione domenicale e l’inizio dei quattro santi Vangeli, e le orecchie dei catecumeni, sino allora sorde alle parole della verità, si aprivano per la prima volta ad ascoltare la parola di vita eterna.
Tutta la messa ha un carattere particolarmente battesimale.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, p. 126.