Gli Ordini Romani osservano che oggi non celebravasi stazione, il che in questa settimana di Passione dai caratteri sì arcaici può essere un resto dell’antichissima disciplina che escludeva la processione e la messa stazionale i lunedì, martedì e giovedì di tutto l’anno, tranne che nelle feste dei Martiri.
Le origini del titulus Cyriaci risalgono al principio del IV secolo, ma il suo fondatore con ogni probabilità deve venir distinto dall’altro Ciriaco martire sepolto sulla via Ostiense, il quale, a cagione dell’omonimia finì per divenire il Patrono titolare della basilica di Ciriaco sul Quirinale.
L’edificio fu successivamente restaurato sotto Adriano I, Leone III e Gregorio IV. Anche San Brunone, il celebre fondatore dei Certosini, santificò quel luogo, dove anzi raccolse un drappello dei suoi monaci che vi perseverarono sin quasi ai nostri giorni. Ma la veneranda chiesa, essendo divenuta omai fatiscente, fu sostituita dalla nuova dedicata alla Regina degli Angeli, che il genio di Michelangelo seppe stupendamente adattare nelle antiche aule delle Terme Diocleziane, mentre l’odierna stazione passò invece alla basilica di Santa Maria in via Lata. In quest’ultima chiesa, cui attiguo sorgeva sin dal ix secolo un celebre monastero femminile, il culto di san Ciriaco è assai antico, giacché sembra che sin dall’alto medio evo vi sia stato trasportato dal cimitero della via Ostiense il capo del famoso Martire.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, p. 157.