Nell’alto medio evo, questo sabato precedente la settimana pasquale, in cui cominciavano le grandi funzioni, era aliturgico: sabbatum vacat. Ciò in grazia del popolo, affinché si concedesse un breve riposo, mentre che il Papa egli pure nel consistorium vaticano o nel triclinio Lateranense, distribuite già ai poveri le elemosine di Pasqua, consegnasse l’oblata consacrata ai preti titolari. Quest’ultimo rito voleva significare la loro intima unione colla Sede Apostolica; durante la prossima settimana, senza che dovessero attendere ogni giorno l’invio del consueto accolito il quale recasse loro da parte del Papa la particola consacrata da deporre poi nel proprio calice, essi potevano cominciare liberamente la loro messa all’ora che ritenevano più opportuna; solo che dopo la rituale frazione delle sacre Specie deponessero nel calice una particella dell’oblata eucaristica ricevuta oggi dal Pontefice.
A questa cerimonia di significato tanto profondo, era unita l’altra di distribuire copiose elemosine ai poveri; e questo poi, onde imitare l’esempio di Gesù, il quale in occasione della solennità Pasquale era solito d’incaricar Giuda di distribuire del danaro ai poveri.
In seguito, l’una e l’altra cerimonia andarono fuor d’uso e fu invece istituita una nuova stazione alla chiesa di San Giovanni di fronte alla Porta Latina, che per primo Adone nel suo martirologio aveva posta in relazione col martirio sostenuto in Roma dall’Apostolo sotto Domiziano. La tradizione della caldaia dell’olio bollente dalla quale sarebbe stato miracolosamente scampato san Giovanni in Roma, è assai antica, giacché ci viene garantita da Tertulliano; che però la scena sia avvenuta innanzi alla Porta Latina, e precisamente dove ora s’eleva la chiesa di San Giovanni, è congettura d’Adone sine idoneis tabulis.
Ad ogni modo, quello che importa di far qui rilevare, è la venuta dell’apostolo Giovanni in Roma qualche decennio dopo il martirio dei santi Pietro e Paolo. Poiché in origine la basilica Lateranense prendeva il nome dal Salvatore, e San Giovanni era appena un piccolo oratorio del battistero eretto da papa Ilaro, la Chiesa stazionale di San Giovanni a Porta Latina rappresenta il monumento più antico e più venerando destinato a ricordare ai fedeli l’apostolato in Roma del discepolo prediletto dal Salvatore.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 173-174.