La basilica del Salvatore presso la quale sin dal V secolo i Sommi Pontefici stabilirono l’ordinaria loro residenza, reclama quest’oggi l’onore dei riti solenni coi quali la Chiesa inizia appunto in questo giorno la solennità pasquale. Altra volta le messe erano tre, una la mattina per la riconciliazione dei pubblici penitenti, l’altra per la consacrazione dei sacri Olii destinati all’unzione degli infermi ed al Battesimo, la terza infine in sull’imbrunire per la commemorazione della Cena del Signore e la Comunione pasquale. Si comprende quindi perché la stazione invece di celebrarsi a San Pietro, che allora stava fuori del recinto urbano, si tenesse più comodamente in Laterano.
Oggi il rito è meno complesso, ed essendo andata in disuso la disciplina della pubblica penitenza, gli Olii santi si consacrano nella stessa messa della Comunione pasquale.
La triplice sinassi che celebravano gli antichi aveva tuttavia suggerito anche a loro un prudente raccorciamento della cerimonia, e dai documenti del secolo VIII noi veniamo a conoscere che nella terza messa s’incominciava addirittura col prefazio, omettendo letture, salmi e quant’altro precede ordinariamente l’anafora consacratoria. È per questo che nel nostro Messale tutta la prima parte della messa del giovedì santo non ha elementi propri, ma va racimolando le sue parti da altre messe.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 206-207.