Rogazioni litaniche
Le litanie triduane di penitenza innanzi la festa dell’ Ascensione furono dapprima istituite a Vienna da san Mamerto verso il 470, ed importavano anche la cessazione dai lavori servili e il digiuno. L’uso si estese con rapidità e divenne assai popolare. Siccome tuttavia un periodo di lutto e di penitenza nel bel mezzo del tempo pasquale a Roma sembrava un controsenso affatto inopportuno, così la liturgia romana non l’adottò che assai tardi, nel periodo cioè franco, sotto Leone III, e questo solo in via eccezionale e non come un’istituzione stabile da rinnovarsi annualmente. In seguito, la consuetudine delle Chiese gallicane finì per accordarsi definitivamente con Roma, in grazia però di un compromesso; il digiuno venne abolito, e fu solo conservata la processione triduana di san Mamerto colla Messa, che però è quella stessa che si celebrava nell’Urbe nelle Litanie maggiori. È da notarsi del resto, che queste Rogazioni franche solo assai tardi entrarono a far parte del rituale ufficiale di Roma, giacché gli Ordini Romani le ignorano completamente.
La chiesa stazionale di Santa Maria Maggiore rievoca il ricordo dell’antica litania septiformis o processione di penitenza istituita da san Gregorio Magno, ad ottenere la cessazione della peste.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – IV. Il Battesimo nello Spirito e nel fuoco (La Sacra Liturgia durante il ciclo Pasquale), Torino-Roma, Marietti, 1930, p. 134.