Rogazioni litaniche
Questa stazione alla basilica Vaticana al termine del triduo delle Rogazioni, oltre che dalla venerazione verso la Confessione apostolica, venne probabilmente istituita per riavvicinare quanto più era possibile le Litanie minori a quelle maggiori del 25 aprile che terminavano appunto alla basilica di San Pietro. I motivi di questo ingegnoso e tardo riavvicinamento sono certo importanti, ma non si tenne forse conto della leggera anomalia liturgica che ne segue, quella cioè di due giorni consecutivi di stazione a San Pietro, oggi e domani.
Le litanie dei Santi, che si cantano in questo triduo, sono uno dei più preziosi gioielli dell’antica eucologia. Nella forma attuale che risale almeno al secolo X, la lunga serie degli Apostoli, dei Martiri, dei Sacerdoti, dei Confessori e delle Vergini, fa ricordare le teorie dei Santi, quali gli antichi si compiacevano di rappresentarle a mosaico lungo le navi delle basiliche. Sono là i fasti gloriosi della Chiesa, i motivi che c’inducono a sperare. Se ora la Gerusalemme celeste si allieta di tanti e sì nobili cittadini, essi però furono allevati in seno alla Chiesa militante, ed ogni corona, ogni trono occupato in cielo è costato alla Chiesa aspre lotte, acuti dolori e sangue. Ecco il pingue sacrificio di olocausto che la famiglia cristiana rende al Cristo per ricambiarlo di quello del Calvario.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – IV. Il Battesimo nello Spirito e nel fuoco (La Sacra Liturgia durante il ciclo Pasquale), Torino-Roma, Marietti, 1930, p. 136.