L’attuale stazione indicata nel Messale romano già si accorda col Capitolare dei Vangeli di Würzburg, ma verso la metà del secolo VII essa si celebrava invece nella casa celimontana dei Martiri Giovanni e Paolo, trasformata in Titolo dal senatore Bisanzio e dal figlio Pammachio. Il mutamento della basilica stazionale è avvenuto quando il digiuno estivo dei IV Tempi venne assegnato alla settimana di Pentecoste.
La lezione di Gioele preannunzia la venuta dello Spirito Santo, doctorem iustitiae, rievocando così il ricordo degli antichi giorni quando egli misericordiosamente aleggiava sulle acque primordiali, e sotto il simbolo d’una fonte d’acqua viva rinfrescava e fecondava la terra. Sono queste delle figure misteriose che descrivono assai bene l’azione soave ed efficace del Paraclito nell’anima del fedele.
Il racconto evangelico del paralitico è in relazione colla festa di Pentecoste, in quanto che le guarigioni operate da Gesù sono un tratto dell’infinito amore di cui lo Spirito Santo aveva acceso il suo cuore divino a nostro riguardo. I Greci celebrano questo prodigio la terza domenica dopo Pasqua.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – IV. Il Battesimo nello Spirito e nel fuoco (La Sacra Liturgia durante il ciclo Pasquale), Torino-Roma, Marietti, 1930, pp. 173-174.