Dopo Beth-lem ed il presepio, viene il Golgota con la Croce, che già sfolgoreggia di lontano sulla pacifica campagna d’Efrata, ove fa la sua prima apparizione il Verbo incarnato. La stazione perciò è nella basilica Sessoriana, – una riproduzione romana del martyrium gerosolimitano – ove si custodiva la santa Croce che l’imperatrice Elena aveva donato alla Chiesa di Roma. È necessario infatti, a precludere la via ad illusioni sentimentali, di rilevare nettamente e per tempo il carattere di questa prima venuta messianica, nell’umiliazione, nella povertà: il Cristo viene ad offrirsi vittima d’espiazione pei peccati del mondo; affine di non cadere nel peccato degli Ebrei, quali nel loro orgoglioso sensualismo rifiutaronsi d’accettare Gesù per Messia, solo perché non corrispondeva al concetto megalomane che se n’eran fatto. Quante anime ancor oggi trovano intoppo nella Croce! Quante, che pur dicono di cercar Gesù, incontrandolo incoronato di spine e colla croce in ispalla sulla via del Calvario, non s’accorgono ch’è lui, e passano oltre!
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – II. L’inaugurazione del Regno Messianico (La Sacra Liturgia dall’Avvento alla Settuagesima), Torino-Roma, Marietti, 1933, p. 114.