Il 4 ottobre 2016, festa di san Francesco Patrono principale d’Italia, alle 18 alla chiesa della Santissima in Pordenone (Via San Giuliano di fronte al Ponte di Adamo ed Eva) sarà cantata una messa di ringraziamento seguita dal solenne Te Deum dopo venticinque anni dall’inizio della celebrazione stabile della messa tridentina nella stessa chiesa.
I canti gregoriani saranno eseguiti dalla Nuova Confraternita di San Giacomo di San Marino al Tagliamento diretta dal m° Tarcisio Zavagno.
La messa è stata alla Santissima a partire dal 1991 praticamente senza interruzioni, se non dal dicembre 2002 al maggio 2003 causa l’inagibilità della chiesa in seguito alla disastrosa alluvione del Noncello avvenuta la sera del 26 novembre 2002. In quella occasione nell’antico luogo di culto dedicato alla Trinità – legato al porto fluviale pordenonese e quindi costruito poco sopra il livello normale del fiume – le acque hanno toccato l’architrave del portale maggiore. La sacrestia è stata totalmente riempita dalle acque melmose, che hanno bruttato anche le parti inferiori degli affreschi cinquecenteschi del presbiterio, opera del Calderai, uno degli allievi di Pomponio Amalteo. La distruzione è stata completa: galleggiando sulle acque luride, mobilio e arredi sacri sono andati distrutti. Fortunatamente nel pomeriggio gran parte del materiale più importante era stato posto in salvo. Superstiti al diluvio le due statue lignee della Beata Vergine e di san Francesco (cfr. G. Brunettin, L’alluvione della chiesa della Santissima in Pordenone). Le celebrazioni del culto antico riprendevano quando la chiesa era resa nuovamente agibile, e in seguito è stata completamente restaurata.
Attualmente vi è la messa cantata ogni domenica e festa di precetto alle 18 per le cure della sezione di Pordenone di Una Voce Italia.
Deus, cujus misericórdiæ non est
númerus, et bonitátis infinitus
est thesáurus : piíssime majestáti tuæ
pro collátis donis grátias ágimus, tuam
semper cleméntiam exorántes; ut, qui
peténtibus postuláta concédis, eósdem
non desérens, ad praémia futura dispónas.