Il 13 maggio scorso1, UNA VOCE-Italia ha sofferto il suo lutto più grave per la morte del Presidente e Fondatore, don Filippo dei Duchi Caffarelli, Balì di Obbedienza del Sovrano Ordine di Malta, Ministro Plenipotenziario, Presidente onorario dell’Accademia Filarmonica Romana, e membro di vari Istituti culturali e di Enti benefici.
Egli si è spento tranquillamente, pur attivo fino agli ultimi giorni, accettando la morte con la convinzione del cattolico che non può essere colto da dubbio sulla realtà della vita eterna. Il suo transito, sostenuto dall’estremo Sacramento, è stato, per quanti erano presenti, una visione di calma e di serenità edificante.
Non occorre davvero che illustriamo a noi stessi la figura di Filippo Caffarelli, personalità notissima non solo tra i Romani, circondato ovunque da vasta cerchia di simpatie e da stima profonda per le sue doti preziose di cultura e di umanità. Fu proprio il desiderio di una più intensa partecipazione al vivere umano, e nello stesso tempo la insopprimibile tendenza agli studi, che gli fece abbandonare, ancora in giovane età, la carriera diplomatica nella quale si era pur distinto per perspicacia e signorilità, in varie sedi, e da ultimo come nostro ministro plenipotenziario a Stoccolma, dove per la sua preparazione e il suo tratto finissimo, aveva stretto numerose amicizie in quei circoli culturali.
Rientrato a Roma, seguì con instancabile zelo soprattutto le due attività cui aveva deciso di dedicarsi. Nel campo degli studi musicali – da cui proveniva, pur essendo laureato in utroque iure, nonché in scienze politiche e perfino esperto in agraria – curò la revisione critica di codici dei secoli XVI e XVII, e condusse con assai apprezzato apporto personale la edizione completa delle opere del Pergolesi, autore cui era particolarmente affezionato. Questa encomiabile attività umanistica era stata da ultimo coronata da una minuta, faticosa ricerca di musicisti italiani noti, meno noti e ignoti, le cui opere giacciono sepolte in archivi e biblioteche straniere. Con l’aiuto dell’apposita «Fondazione Aldobrandini», queste opere, rilevate in microfilms, verranno a costituire un corpus organico a disposizione degli studiosi.
Una così intensa attività culturale, diventava quasi otium supplementare rispetto al lavoro di volontariato che svolgeva giorno per giorno nel campo dell’assisten[1|2]za ospedaliera. Insignito di alta carica nel Militare Ordine di Malta, attendeva con scrupolo e passione al suo compito di Delegato Gran Priorale di Roma: un governo che tenne per lunghi anni con dedizione esemplare. La figura distinta, la patriarcale famiglia che aveva creato, la naturale affabilità dello spirito, lo resero caro a quanti lo conoscevano. E di questa stima e simpatia plebiscitaria di cui godeva si ebbe dimostrazione anche durante la Messa funebre, officiata da don Pablo Colino nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, assistito dal Coro gregoriano di «Una Voce». Numerosissimi i membri della nostra Associazione venuti anche da varie città italiane, folte le rappresentanze dei Cavalieri di Malta in uniforme, del Corpo diplomatico, di Istituti culturali, e soprattutto una presenza dilagante di amici e conoscenti, compresi di commozione sincera, profonda.
Rimaniamo, noi di UNA VOCE-Italia con un gran vuoto nelle nostre file. Presidente nel 1966, anno della fondazione, Filippo Caffarelli resse il sodalizio con acuto senso della realtà, senza venir meno alla limpida intransigenza che era l’aspetto più genuino della sua profonda cattolicità; e nonostante questa fondamentale fermezza, seppe evitare, frenare e risolvere malintesi, impazienti attese e tensioni, imprimendo alla nostra condotta quella linea pacata e dignitosa che ci è da tutti riconosciuta, e alla quale l’Associazione intende rimanere fedele nel ricordo della cara, indimenticabile personalità del suo primo Presidente.
________________
1 1975 [NdR]
Cfr. «Una Voce Notiziario», 26-27, 1975, pp. 1-2, ripubblicato ivi, 63-64 ns, 2016, p. 5, e ivi, 76-79 ns, 2020, pp. 17-18.