Il 27 ottobre 2023 a Roma nel corso dei lavori dell’VIII Incontro Pax Liturgica, Joseph Shaw, presidente della FIUV, ha presentato il libro a sua cura, con prefazione di Martin Mosebach The Latin Mass and the Intellectuals: The Petitions to Save the Ancient Mass from 1966 to 2007 (Waterloo, ON, Arouca Press, 2023, amazon). Si tratta di una raccolta di contributi sulle petizioni, susseguitesi dal 1966 al 2007, che chiedevano alla S. Sede di conservare l’uso dell’antico Messale Romano, della liturgia romana tradizionale, del canto gregoriano.
J. Shaw ha aperto il suo discorso evidenziando il dato che queste petizioni sono state avviate a Roma nel 1966 da Cristina Campo, la fondatrice di Una Voce Italia, il volume è uscito proprio nel centenario della sua nascita, avvenuta nel 1923. L’opera si propone di collocare il fenomeno delle petizioni in un contesto più ampio del mero riferimento al nome di Agatha Christie, firmataria nel 1971, e al c.d. Indulto inglese che ne fu il più concreto risultato, e delineare con maggiore evidenza il movimento che le aveva organizzate. Anzi l’obiettivo che più vorrebbe raggiungere – così il relatore – è imprimere nella mente di un pubblico più vasto l’autentico spirito dei primi organizzatori, che vi si sostituisca a qualsiasi precedente stereotipo di sostenitore della Messa tradizionale.
Shaw ha citato le parole di una dichiarazione rilasciata all’epoca da Massimo Pallottino, che sintetizzano mirabilmente tre ragioni per firmare, distinte ma tra di loro strettamente intrecciate:
«Ho firmato l’appello come studioso di storia che da tanti anni combatte in prima linea per la difesa del patrimonio artistico e culturale, affinché non sia distrutto stupidamente e gratuitamente uno dei maggiori monumenti viventi, in senso oraziano, della nostra civiltà: cioè le tradizioni liturgiche della nostra Chiesa. Ma ho firmato anche come cattolico, non soltanto e non tanto per le perplessità che destano alcune ambiguità teologiche del nuovo rito della Messa – che si vuole imporre a tutti – ma soprattutto perché sono convinto che il minacciato divieto della Messa tradizionale rappresenterebbe una patente deviazione dal principio di apertura universale e di libertà nei modi esteriori del culto, sancito dal Concilio Vaticano II» («L’Espresso», 18 luglio 1971).
Una prima considerazione della Messa tradizionale come patrimonio artistico e culturale da difendere che appartiene all’intera umanità può pertanto essere fatta propria anche da non cattolici e persino da non cristiani. La seconda è il valore spirituale della Messa quale nutrimento dell’anima di chi vi partecipa, connesso con la sicurezza dottrinale del rito antico, e quindi garanzia di fede ortodossa: tale motivazione è propria dei cristiani cattolici. Infine la ribellione contro la gratuita ingiustizia della proibizione della Messa antica, che Pallottino non avrà remore a definire «oscurantismo», ragione che in realtà può essere comune a cattolici esigenti verso chi esercita l’autorità come a non cattolici che in quanto esseri umani sono contro una iniqua negazione della libertà. Su quest’ultimo punto – ha ricordato il relatore –, si era fermamente espresso anche Bernard Wall, grazie ai suoi legami con l’Italia uno dei principali organizzatori internazionali della petizione del 1971. Per lui se degli anglicani, ortodossi, ebrei, agnostici hanno fatto proprio l’appello accanto ai cattolici è perché hanno giudicato non conforme ai tempi e superato un divieto totalitario della vecchia Messa.
Il libro, ha proseguito Shaw, cerca di collocare il maggior numero possibile di firmatari nel contesto del loro tempo e dei movimenti intellettuali e artistici di cui facevano parte. Dal misticismo e anche neoplatonismo come parte di una reazione contro la modernità industriale e individualista, a una forma di liberalismo inglese pre Vaticano II, all’interesse per il restauro di quanto era nell’arte e nella cultura del Medioevo, ispirato in Inghilterra a John Ruskin, al modernismo artistico inteso come forma e solo apparentemente disgiunto da un contenuto tradizionalista con l’esigenza di tornare alle realtà perenni e persino alle verità spirituali, a coloro che, invece, ritenevano una via d’uscita dalla crisi culturale degli anni Sessanta il ritorno alle forme culturali tradizionali.
Il relatore ha poi illustrato sinteticamente l’ordine e l’oggetto dei vari contributi con l’intenzione di ottenere una organica visione degli aspetti presi in esame. Infine ha presentato una personale testimonianza: dei principali organizzatori delle prime petizioni Campo, Elémire Zolla, Wall e Alfred Marnau ha ricordato di avere avuto occasione di conoscere unicamente quest’ultimo: l’aveva conosciuto in gioventù in quanto amico di famiglia. Fra Alfred Marnau era uno scrittore tedesco-ungherese trasferitosi poi a Londra, cavaliere professo dell’Ordine di Malta, raccolse le firme degli aderenti britannici della petizione del 1971, che fu pubblicata sul «Times» di Londra. Secondo Shaw questa figura dai tratti paradossali potrebbe rappresentare il movimento che stava dietro alle petizioni. I firmatari, e in particolare gli organizzatori delle petizioni per ben operare avrebbero dovuto essere come era Marnau: impegno nel mondo dell’arte e della cultura, anche nelle sue forme moderniste, profonda sensibilità per l’importanza della tradizione, eccezionale generosità di spirito, assoluta intransigenza. Egli «esprimeva con eguale forza l’amore per la bellezza e l’odio per tutto ciò che è stupido, disumano o burocratico», comportamento in cui ci sembra di ravvisare in buona sostanza la rivolta contro la stupidità insita nell’idea, tuttora riaffiorante, di mettere fuori legge la Missa Romana, la sua tradizione millenaria.
Data l’importanza della pubblicazione, riproduciamo qui l’indice con i titoli dei contributi e i loro autori:
Foreword by Martin Mosebach
Preface by Joseph Shaw
Timeline
Part i Background
1 Pius V and the Tridentine Missal: Joseph Shaw
2 Maistre, Latin, and the Conserving of Christendom: Sebastian Morello
3 «Death Comes for the Cathedrals» (1904): Marcel Proust
4 Tito Casini on Latin: Joseph Shaw
5 «Prayer, Grace, & the Liturgy» (1967): Fr. Bryan Houghton
6 The Crisis of the 1960s: Joseph Shaw
Part ii Organizers and Networks
7 Christopher Sykes, Evelyn Waugh, and Hugh Ross Williamson
8 Alfred Marnau: «Recollection» and Obituaries
9 Cristina Campo and the Petition of 1966: Fr. Gabriel Diaz-Patri
10 Bernard Wall and His Circle: Fr. Gabriel Diaz-Patri
11 The 1971 Petition and Its Signatories: Fr. Gabriel Diaz-Patri
12 Interviews from L’Espresso: Six Petitioners
13 Marnau, England, and Cardinal Heenan: Joseph Shaw
14 The Delivery of the 1998 Petition: Leo Darroch
15 The French Petitioners of 2006: Philippe Maxence
Part iii The Petitioners
16. Laity and Converts: Joseph Shaw
17 Artists: Aestheticism, Development, and Ritual: Joseph Shaw
18 Medievalism, from Ruskin to Tolkien: Joseph Shaw
19 Modernists Against Modernity: Joseph Shaw
20 The Perennial Philosophy, Raine, and Zolla: Joseph Shaw
21 Against «Fascist Culture»: Joseph Shaw
22 Alone in Pellam’s Land: David Jones and the Liturgical Reform: Erik Tonning
23 Vox Musicorum: Matthew Schellhorn
Part iv Petition Texts
24 Petition texts of 1966 and 1971
25 The Petitions of 1995, 1998, 2006, and 2007
Conclusion
26 The Problem of Religious Traditionalists
Appendix: Vladimir Ashkenazy accepts the De Saventhem Medal
Acknowledgements
About the Contributors
Index of Proper Names
Cfr. «Una Voce Notiziario», 89-91 ns, 2023, pp. 10-12 link