Enrico Dante, Borsa

BORSA. – Per custodire con decenza e riverenza il corporale, quando fu ridotto alle dimensioni attuali, è stata introdotta la borsa. Anticamente il corporale si custodiva in apposite scatole-cassette, oppure si portava all’altare entro il Liber Sacramentorum. La borsa è oggi formata da due cartoni uniti ed aperti da un lato. Deve essere ricoperta, almeno da una parte, di stoffa del colore e della materia dei paramenti sacri. L’interno può essere di seta o di lino. Non è necessario che vi sia sopra la croce, ma può essere ornata in vario modo. Il suo uso non è molto antico; il Gavanto la fa risalire al Concilio di Reims (secolo xi). Oggi è obbligatoria secondo le prescrizioni delle rubriche del Messale. L’uso di distribuire la comunione fuori della Messa ha portato anche l’obbligo per il sacerdote di portare da sé all’altare la borsa con il corporale: essa è la stessa di quella della Messa e deve essere del colore della stola. Per portare la comunione agli infermi si usa pure un’altra borsa di seta bianca, con un fondo rotondo e forte per sostenere la pisside o la piccola teca delle particole, chiusa all’estremità superiore da un cordone da appendersi al collo. Essa non deve servire per portare l’Olio Santo, per il quale se ne usa una violacea. Va ricordato infine il divieto fatto dalla S. Congregazione dei Riti di usare le borse destinate ai corporali per raccogliere le elemosine.

Bibl.: G. Braun, I paramenti sacri, Torino, 1914, p. 93.                                         Enrico Dante

 

Cfr. Enciclopedia Cattolica, II, Città del Vaticano, Ente per l’Enciclopedia Cattolica e il Libro Cattolico, 1949, coll. 1934-1935 (riprodotto in «Una Voce Notiziario», 56-57 ns, 2014-2015, p. 17 link)

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