Card. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa, XLI

Card. Prospero Lambertini / Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa 41

[Cingolo]

Card. Prospero LambertiniXLI. Il terzo sacro indumento è il cingolo; onde Stefano vescovo eduense nel lib. 1 De sacramento altaris al cap. 10 dice: “Cingulum, quo albam constringendo, renibus coaptatur”: ed il cingolo alle volte viene chiamato baltheum, alle volte zona; scrivendo s. Girolamo nell’epist. 128 ad Fabiolam, “tertium genus est vestimenti, quod illi appellant Abner, nos cingulum vel baltheum, vel zonam possumus dicere». Chiunque una volta si serviva della lunga e larga veste la legava col cingolo «ne tunica ipsa diffluat et gressum impediat»; sono parole di Beda e di Rabano. E chi non usava il cingolo e lasciava andar giù i vestiti, passava appresso i giudei e i romani per uomo ozioso, negligente e libertino, come ben dimostra il Vert nel tom. 2 alla pag. 310. Ed il cingolo sacerdotale dee cinger le reni e non porsi nel sito delle mammelle e del petto come da alcuni malamente si fa. Nell’Esodo al cap. 12 parlasi del cinger i reni: «Renes vestros accingetis». Lo stesso si ripete in Giobbe al cap. 12 «Praecinge fune renes eorum». Ed in Isaia al cap. 11 «Et erit iustitia cingulum lumborum eius, et fides cinctorium renum eius». Antico è l’uso del cingolo; scrivendo Giovanni Diacono nella Vita di s. Gregorio che i fedeli solevano venerare le di lui suppellettili: «sed et eius baltheum consuetudinaliter osculatos esse».

 

Cfr. P. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa secondo l’ordine del Calendario Romano, Torino, Speirani e Tortone, 1856, p. 37.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e taggata come , , , , , . Aggiungi ai segnalibri il permalink.

I commenti sono stati chiusi.