Un Lector de Pallacine viene ricordato già in un’epigrafe del 348, giacché il titolo edificato da papa Marco, è annoverato tra i primi della città. E’ possibile che la dedicazione all’Evangelista Alessandrino sia posteriore; il titulus Marci col tempo sarebbe divenuto la basilica di San Marco, come appunto il titolo di Sabina, di Balbina, ecc. divennero rispettivamente sacri ai Martiri loro omonimi.
Nella basilica ad balneas pallacinas ebbero anticamente culto particolare i due celebri diaconi di Sisto II, Felicissimo ed Agapito, rappresentati nel mosaico dell’abside del tempo di Gregorio IV, nonché i due martiri persiani Abdon e Sennen, sepolti sotto l’altare della confessione.
Oggi nell’antica liturgia romana si compiva il secondo scrutinio dei candidati al sacerdozio e al diaconato; perciò, dopo la stazione della feria IV alla basilica mariana dell’Esquilino [v.], assai opportunamente la Chiesa sollecita in questo giorno la protezione di tutto il Collegio Apostolico, di cui i sacri ministri continuano in terra la grande missione.
La veneranda basilica dei Santi Apostoli, edificata già da Pelagio I e dedicata poi da Giovanni III quale monumento votivo della liberazione di Roma dai Goti per opera di Narsete, custodisce sotto il suo altare le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo. Nel medio evo vi furono trasportati dal cimitero Aproniano sulla via Latina parecchi corpi santi, tra cui quello della martire Eugenia, in onore della quale vi si celebrava la stazione nella quarta domenica d’Avvento.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, p. 72.