La basilica di San Crisogono a Trastevere sorge sull’area dell’abitazione del Martire, le cui sale vennero perciò a formare come il santuario o l’ipogeo sotto l’altare maggiore. Il tempio vanta un’origine Costantiniana, ed il culto di san Crisogono nel iv secolo era molto celebre in Roma, così che il suo nome trovasi ancora nei dittici del Canone Romano.
La basilica stazionale Transtiberina della Vergine, è una delle più antiche della città, e può considerarsi come una continuazione e un ampliamento del titulus Callisti che le sorge a fianco.
Sappiamo infatti da Lampridio che Alessandro Severo per legale sentenza mantenne i Cristiani in possesso d’un luogo d’adunanza in Trastevere, conteso loro dai popinari della Taberna emeritoria. Ora antichi documenti identificano questo luogo col titolo Callistiano, dal quale, a tutto rigore, andrebbe distinta l’attuale basilica Iulii, eretta cioè da papa Giulio I iuxta Callistum. Ma i due edifici erano così contigui, che nel medio evo formarono un unico corpo di fabbrica, mentre già precedentemente l’area era stata intitolata dal primo fondatore del titolo Area Callisti.
Un’antica tradizione vuole che Callisto ivi appunto consumasse il martirio sommerso in un pozzo. Ippolito nel suo libello contro papa Callisto tace affatto questo particolare, che però dimostra sommamente probabile la circostanza che il Pontefice, contrariamente all’uso dei Papi del III secolo, anziché esser sepolto nel grande cimitero che egli stesso aveva fatto ingrandire sull’Appia, e che perciò si denominò da Callisto, fu tumulato invece sulla via Aurelia in quello di Calepodio. Gravi ragioni dovettero consigliare questa tumulazione, e forse non si andrebbe lungi dal vero se si ritenesse che il Papa, notissimo in Trastevere già prima della sua ammissione nel clero, sia perito vittima d’una sommossa popolare, e che il fermento degli idolatri abbia consigliato poi i fedeli a deporne il cadavere nel prossimo cimitero della via Aurelia, sembrando troppo arrischiato in quel giorno il suo trasporto funebre sino al secondo miglio della via Appia.
Il corpo di Callisto ricongiunto a quello del prete martire Calepodio e di papa Giulio I riposa ora sotto l’altare maggiore della splendida basilica mariana in cui oggi si celebra la stazione.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 89-90.