Già conosciamo la rotonda del Protomartire sul Celio, dove s’è celebrata la stazione il 26 dicembre [v.]. Essa dista meno d’un centinaio di metri dalla basilica dei Martiri Coronati, che torreggia ancor oggi sull’agreste Celio. La matassa arruffata che fino a qualche tempo fa presentava la leggenda dei Coronati, è stata ravviata. Trattasi d’un primo gruppo di martiri romani, Clemente, Simproniano, Claudio e Nicostrato sepolti sulla via di Labico ad duas lauros, non lungi quindi dalla residenza imperiale, e dei quali non molto fa venne alla luce la cripta sepolcrale con graffiti. A questi devesi aggiungere un secondo gruppo di lapicidi di Pannonia martirizzati nel fiume Sava, e finalmente un terzo gruppo d’altri quattro martiri d’Albano. Nell’ipogeo sotto l’altar maggiore si conservano le reliquie dei Santi Titolari, ma la chiesa non è più l’originaria del v secolo, giacché fu considerevolmente ridotta di proporzioni sotto Pasquale II, dopo cioè che l’incendio dei Normanni ebbe rovinato il primiero edificio. Vi si conserva altresì il capo di san Sebastiano entro un antico e prezioso reliquiario.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – III. Il Testamento Nuovo nel Sangue del Redentore (La Sacra Liturgia dalla Settuagesima a Pasqua), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 119-120.