Veramente oggi, giusta gli antichi Ordines Romani, dovrebb’esser vacanza – Dominica vacat –, giacché l’odierna messa domenicale era appunto quella che poneva termine alla vigilia notturna a san Pietro. Così era da principio; però col tempo, ridotta e anticipata nel pomeriggio del sabato la pannuchis domenicale, sembrò sconveniente di lasciar trascorrere il giorno del Signore senza l’offerta del Sacrificio. Venne quindi pian piano introducendosi l’uso d’una seconda messa stazionale alla basilica dei santi Apostoli, e questo anche per conformità all’abitudine delle altre Chiese dove non si celebrava la vigilia, ma dove pure solevasi offrire il Sacrificio domenicale per soddisfare la devozione del popolo.
La scelta della Chiesa stazionale dove già due giorni prima si è tenuta la sinassi eucaristica, non è avvenuta a caso. Vedemmo già che in un oratorio dell’Apostoleion di Narsete veneravansi nel medio evo le Reliquie di sant’Eugenia, la celebre martire del cimitero d’Aproniano sulla via Latina. Ora il natalizio della Santa ricorre il 25 dicembre, e siccome il giorno di Natale non può celebrarsene alcuna memoria, questa, giusta un antico uso romano, venne anticipata alla domenica precedente.
La messa, – al pari della sinassi a sant’Eusebio la II domenica dopo l’Epifania, pochi giorni prima di san Vincenzo venerato in quel vetusto titolo – non contiene allusioni, né è in alcuna relazione coll’eponima dell’Oratorio. Bastava agli antichi che la stessa sinassi eucaristica fosse celebrata in suo onore, senza bisogno di aggiungere collette o altro in memoria della Martire.
Ha contribuito a quest’estremo riserbo liturgico una tradizione molto accreditata in Roma, la quale attribuiva la redazione dell’Antifonario di san Gregorio all’ispirazione del divino Paraclito. Si riteneva perciò che l’opera fosse intangibile, che non ammetteva ritocchi né aggiunte. I canti quindi dell’odierna messa vennero tolti ad imprestito da altre messe precedenti, in modo che questa IV domenica d’Avvento, salvo l’offertorio, non ha di proprio che la prima lettura dell’Apostolo e le tre collette.
Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – II. L’inaugurazione del Regno Messianico (La Sacra Liturgia dall’Avvento alla Settuagesima), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 142-143.