Alfredo Ildefonso Schuster, San Silvestro Papa

31 Dicembre.

SAN SILVESTRO PAPA E CONFESSORE

Stazione nel Cimitero di Priscilla.

Oggi la Stazione si raccoglieva sulla via Salaria, nella basilica di San Silvestro sul cimitero priscilliano, ove il grande Pontefice dei trionfi e della pace della Chiesa riposava allato ai martiri Felice e Filippo, del gruppo dei figli di santa Felicita, e a poca distanza da papa Marcello e dal Martire Crescenzione. San Gregorio Magno

 

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vi pronunziò una delle sue quaranta omilie; anzi, per parecchi secoli, quel luogo fu la meta dei pellegrinaggi dei pii romei, che visitavano i luoghi santi di Roma.

San Silvestro fu uno dei primissimi Santi cui si rese pubblica venerazione, sebbene non fosse stato martire, ma soltanto confessor a Domino coronatus, a cagione del suo esilio nelle latebre del Soratte. Questo titolo prope martyribus, unito alle sue straordinarie virtù personali, e alla circostanza che egli inaugurò per la Chiesa un’era novella di splendore e di prosperità, valse a ricingere il capo di Silvestro dell’aureola dei beati, tanto che il suo nome divenne celebre anche nel lontano Oriente. La leggenda non mancò d’impadronirsene, sfruttando la popolarità del grande Pontefice; così che egli divenne l’esterminatore del famoso drago che appestava l’aria col suo alito, simbolo strano, ma assai espressivo della vittoria della Chiesa sull’idolatria.

Nel medio evo san Silvestro venne riguardato quale il rappresentante simbolico del Pontificato Romano, e il glorioso capostipite di quella serie di Pontefici-re, che perpetuarono in Roma l’ideale monarchico universale, l’eterno sogno dell’Urbs aeterna. Lo si potrebbe quasi ritenere come il fondatore della dinastia dei Papi-sovrani, onde la sua memoria fu associata per tempo alla famosa ma apocrifa donazione Costantiniana, e alla prima costituzione dello Stato Pontificio. Per lunghi secoli la memoria di Silvestro rimase in grande onore, non solo in Roma, ma dappertutto. La sua festa, anche perché coincide coll’ultimo giorno dell’anno civile, fu considerata come di precetto, e anche oggi ai pastori d’anime incombe l’obbligo d’offrire il divin Sacrificio pel proprio gregge. Giusta gli Ordini Romani, il Papa interveniva alla messa di san Silvestro cinta la fronte colla tiara, come nei dì solenni, e concedeva vacanza al concistoro.

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L’antifona d’introito deriva dal Salmo 131, che è eminentemente messianico. «I tuoi sacerdoti, o Signore, si adornino di santità, e i tuoi fedeli di gaudio. pel tuo servo David, deh! fa sì che il tuo unto non abbia a rivolgersi indietro confuso». segue il Salmo: Ricordati, o Dio, di David e delle sue sofferenze.

La colletta in onore del Santo è divenuta poi comune a tutti i santi Vescovi. Fa, o Signore onnipotente, che la veneranda solennità del tuo beato pontefice, Silvestro il Confessore, rinsaldi la nostra pietà e renda più ferma la nostra salute».

 

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La lezione è tratta dalla lettera di san Paolo a Timoteo (2ª, iv, 18), ove si descrivono gli obblighi del Dottore evangelico di fronte specialmente ai falsi maestri, che sotto vano colore di scienza vanno disseminando errori contro la fede. L’Apostolo sa che purtroppo tali pestiferi apostoli del mali non avrebbero tardato a sorgere nella Chiesa di Dio, gente che le solletica le orecchie e la curiosità degli uditori, che si allontana dalla verità, per darsi alle vane costruzioni intellettuali d’una mente superba ma inferma. La vita stessa di Silvestro, colle dispute contro l’Arianismo, conferma queste previsioni di san Paolo.

 

Cfr. A. I. Schuster, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – II. L’inaugurazione del Regno Messianico (La Sacra Liturgia dall’Avvento alla Settuagesima), Torino-Roma, Marietti, 1933, pp. 184-186.

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