Mons. Giovanni Battista Maria Menghini, Messa letta da un Cardinale, Vescovo o altro Prelato

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f) Nella Messa letta da un Cardinale, Vescovo o altro Prelato.

1. Nella Messa letta, celebrata con qualche solennità in qualunque Chiesa od Oratorio, da un Cardinale, o da un Vescovo o altro Prelato, dovrebbero assistere, nell’ufficio di Cappellani, Chierici in Sacris; ma se questi mancassero potranno surrogarli anche due Chierici inferiori (D. 4181, III) (1).

2. Per questa Messa si accenderanno all’Altare almeno quattro Candele, e se il Prelato ha l’uso del Canone si toglieranno le Carteglorie.

3. Se il Celebrante avrà diritto di leggere la Preparazione della Messa davanti all’Altare, si porrà nel mezzo del Presbiterio il Faldistorio con drappo del colore dei Paramenti, od un genuflessorio coperto di tappeto, verde o violaceo, rosso o violaceo, secondo la dignità (vescovile o cardinalizia) e secondo i tempi, con due cuscini dello stesso colore (2), e su quello superiore si porrà il Canone aperto alla Preparazione della Messa.

4. All’Altare si porrà, dal lato dell’Epistola, il leggile col Messale aperto, con i segnacoli al loro posto. Se il Prelato avrà diritto di vestirsi all’Altare, nel mezzo della mensa, si disporranno i Paramenti, avvertendo che le estremità della Stola pendano egualmente sul davanti dell’Altare, sopra la Pianeta, perché possa agevolmente prendersi, e che il Manipolo (per i Cardinali e per i Vescovi) si col-

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(1) Servendo la Messa un Ministro non tonsurato, non toccherà il Calice, e soltanto se è vestito con l’abito clericale assisterà al Messale, voltando i fogli e sostenendo la Bugia (D. cit., VII).
(2) Se il Celebrante non è Cardinale o Vescovo Ordinario, non si userà il Faldistorio, ma il genuflessorio scoperto, con i soli cuscini.

 

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lochi dal lato del Vangelo, separatamente, coprendosi il tutto con un velo dello stesso colore.

5. Sulla credenza si porrà il Calice con tutto l’occorrente, coperto anche dal suo velo (D. cit., n. V); le Ampolle, la Bugia, il Boccale col Bacile, ed altri due piatti, d’argento o dorati, secondo la dignità della persona, o la solennità, uno pel manutergio, l’altro per lo zucchetto.

6. Nella Messa celebrata da un Cardinale, gli oggetti del servizio saranno sempre dorati; ed invece di due si porteranno quattro Torce all’Elevazione.

7. Quando si dovrebbe fare inchino, trattandosi del proprio Ordinario (o d’un Cardinale, extra Urbem o nel suo Titolo), si farà genuflessione. Così la lavanda si ministra stando genuflessi.

8. Nella Messa di un Vescovo o Cardinale, per maggiore solennità, potrà anche il Caudatario sorreggere la coda (DD. 2425; 2976), lasciandola dopo l’Orate, fratres, e riprendendola dopo la Comunione del Celebrante. Però non si userà mai la Mitra e il Pastorale, e se trattasi di Arcivescovo neppure la Croce astile alla benedizione (Caer. Epp. l. 1, c. xxix, n. 11).

9. Nella Messa letta, celebrata con qualche solennità, in abiti prelatizi, da altri Prelati, anche privilegiati: Protonotari Apostolici Partecipanti, Soprannumerari e ad instar, non si fa la terza lavanda delle mani, prima del Communio; se poi non si vestissero all’Altare, una sola volta (come è chiaro) si lavano le mani, come gli altri Sacerdoti.

10. Si avranno presenti le seguenti cose, per fare, nel servizio di dette Messe di solennità, qualche piccola variazione, facile a comprendersi.  Detti Prelati privilegiati possono: 1) far la Preparazione ed il Ringraziamento davanti all’Altare, sul genuflessorio con soli cuscini, senza tappeto (lo stesso per un Vescovo estraneo); 2) assumere le vesti dall’Altare, ma il Manipolo lo prenderanno a suo luogo, come i semplici Sacerdoti; 3) avere almeno tre Chierici, che li assistano, e servano alla Messa (D. 4181); 4) usare Canone, Bugia, Boccale, Bacile, piatto d’argento con manutergio. Non useranno lo zucchetto, né la Croce pettorale, né l’Anello (eccettuati per questo i Protonotari partecipanti), e neppure scioglieranno mai la coda; non diranno il Sit nomen ecc. alla benedizione.

11. Nelle altre Messe: i Protonotari Partecipanti e i Soprannumerari, anche se sono in abiti prelatizi, non differiranno dagli altri se non nell’uso della Bugia; i Protonotari ad instar potranno usare della Bugia, non essendo in abiti prelatizi, soltanto se si tratta di messe celebrate con qualche solennità.

 

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12. I Protonotari Apostolici titolari ed i Prelati Urbani o Domestici, in tali Messe di solennità, possono usare solo la Bugia.

13. Tutti i Prelati però (anche i Vescovi) si asterranno dall’usare la Bugia, presente officialmente l’Ordinario o altro maggiore Prelato.

14. Alla Messa di Requiem non si dà alcun bacio, tranne alla Croce dei Paramenti e a quella pettorale, né il Celebrante bacia il principio del Vangelo; il Manipolo si mette dai Vescovi e Cardinali subito dopo la Croce, e si toglie prima di essa. I cuscini (e il tappeto) del genuflessorio saranno sempre violacei, e la Bugia, il Boccale, il Bacile e i piatti sempre d’argento.

15. È molto conveniente che i Cappellani siano almeno due, vestiti d’abito talare e Cotta, per ministrare presso il Celebrante (Caer. Epp., l. I, c. xxix, n. 2). In tal caso il loro ufficio sarà esercitato come segue:

A) Ufficio del 1° Cappellano

1. Entrando in Chiesa, porgerà al Celebrante l’Acqua benedetta con l’Aspersorio, che sarà preparato nella pila fissa o nel Secchietto (1).

2. Durante la Preparazione (e il Ringraziamento), assiste in piedi, alla destra del Celebrante, che sta genuflesso sull’inginocchiatoio, reggendo la Berretta, che il medesimo gli avrà consegnato, davanti al petto con la sinistra, mentre con la destra volta i fogli del Canone, quando occorre (2).

3. Finita la Preparazione, dà la Berretta al Celebrante, il quale non si copre (se non è Cardinale in giurisdizione a Roma, o dovunque fuori Roma), e l’accompagna all’Altare, dove, prima della genuflessione, riceve di nuovo la Berretta, che porterà alla credenza, sul manutergio preparato nel piatto.

4. Ritorna presso il Celebrante, e gli toglie la Croce pettorale, baciandola anch’esso da un lato, dopo che quegli l’avrà baciata, e la posa sull’Altare. Quindi l’aiuta a togliere la Mozzetta (o la Mantelletta, o entrambe).

5. Se non vi sono i famigliari nobili del Celebrante, ministra alla lavanda, reggendo il piatto col manutergio, avvertendo che solo questa prima volta vi recherà sopra la Berretta.

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(1) Recandosi all’Altare il Celebrante (benché Cardinale in Roma, fuori del Titolo o Diaconia) terrà la Berretta in mano.
(2) Se invece del genuflessorio si usasse il Faldistorio, essendo questo più basso, il primo Cappellano sosterrebbe il Canone, e il secondo la Bugia.

 

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6. Alla vestizione si comporterà come si disse per quella d’un semplice Sacerdote, ma riceverà i Paramenti dal 2° Cappellano; la Croce pettorale s’impone prima della Stola, che non s’incrocerà.

7. Alla Confessione, stando genuflesso, osserverà quel che si disse alla Messa servita in due.

8. Dopo la Confessione, salisce col Celebrante, sollevandogli le fimbrie anteriori delle vesti, e lo assisterà sempre in piedi, e alla sua destra, indicandogli dove deve leggere, e voltandogli i fogli del Messale o del Canone.

9. Se si dice il Gloria, al Pax vobis risponderà, insieme con l’altro: Et cum spiritu tuo.

10. Trasporta il Messale, genuflettendo nel mezzo, e torna alla destra del Celebrante.

11. Alla fine del Vangelo, solleva con la destra alquanto il libro dal leggile, per farne baciare al Celebrante il principio dal sacro testo (1).

12. Per regola generale, non sottoporrà il cuscino alla genuflessione del Celebrante, quando questi trovasi sulla predella dell’Altare (2). Vedere al n. 25.

13. All’Et incarnatus est, dopo aver fatto genuflessione col Celebrante, che aiuterà a rialzarsi, va a prendere il Calice coperto del velo, con la Borsa sopra, e reggendolo con la sinistra pel nodo, e tendendo la destra distesa sopra la Borsa, lo porta all’Altare, dove spiegherà il Corporale, mettendo dal lato del Vangelo la Borsa; e scoperto il Calice, piegherà il velo, che porrà fuori del Corporale, dalla destra. Quindi porterà sulla mensa le Ampolle.

14. Per regola generale (si rammenti che parliamo sempre di Chierici inferiori), infra actionem, non toccherà mai i Vasi sacri; quindi: 1) non consegnerà la Patena con l’Ostia; 2) non astergerà il Calice, né v’infonderà il vino e l’acqua, ma, come al solito, consegnerà le sole Ampolle al Celebrante (D. cit., II, IV); 3) non consegnerà il Calice colo vino, e neppure lo sosterrà all’Offertorio.

15. Se poi il primo Cappellano non fosse neppure tonsurato,

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(1) Il Vangelo, celebrando Messa letta un Vescovo o Cardinale, non si dà a baciare a nessuno, neppure a qualche gran Principe o Prelato presente alla Messa: ma se vi fosse presente un massimo Principe o un Cardinale, questi bacerà un Messale diverso da quello che usa il Celebrante. Riceveranno però essi dal primo Cappellano la pace con l’Istromento (Caer. Epp., l. I, c. xxiv, nn. 8, 9). V. la 1. nota a pag. 129.
(2) Non si comprende perché si voglia sostenere quest’uso, mentre poi, almeno in qualche luogo, non lo si estende a tutte le altre genuflessioni, per es. al Credo. Anche fuori di questo caso le genuflessioni si devono fare usque ad terram (Caer. Epp., l. I, c. xviii, n. 1; l. II, c. xiv, n. 10).

 

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potrà, data la necessità del momento, prima della Messa, essendo fuori di funzione, preparare il Calice velato sulla mensa dell’Altare, e quindi, finita la Messa, riportarlo in Sagrestia (D. cit. VII). In tal caso i paramenti saranno posti dal lato del Vangelo.

16. Al Veni sanctificator, toglie dal mezzo il Canone, e lo appoggia dal lato dell’Epistola, nel luogo della Cartagloria; va quindi insieme col 2* Cappellano, se non vi fossero i famigliari nobili, a prendere gli oggetti per la lavanda.

17. Tornato rimette nel mezzo il Canone, ma prima è meglio che lo sostenga presso il Corporale, perché il Celebrante possa leggervi il Suscipe, sancta Trinitas (1); poi va a prendere il piatto, per mettervi, al principio della Prefazione, lo zucchetto, che avrà tolto al Celebrante, e portarlo alla credenza; non glielo rimetterà se non dopo la Comunione.

18. È prerogativa de’ Vescovi (ratione personae), avere due Torce accese all’Elevazione, e se non vi fossero due Ceroferari, li sostituiranno i domestici, e mancando anche questi, il 1° Cappellano accenderà i Ceri dei due grandi Candelieri, se vi saranno, posti ai lati fuori dell’Altare, e li spegnerà dopo la Comunione (Caer. Epp., l. cit., n. 7).

19. Nel tempo del Memento, sta alquanto discosto dal Celebrante.

20. Dopo l’Elevazione, per regola generale, genufletterà ogni volta che lo fa il Celebrante, ma non essendo in Sacris, non scoprirà né ricoprirà mai il Calice della Palla. Al Pater noster, non asterge né presenta la Patena (2).

21. Dopo la Comunione della s. Ostia, genuflette sulla predella, va a prender le Ampolle, e ritorna all’Altare, genuflettendo in piano. Si ricordi di rimetter lo zucchetto al Celebrante.

22. Ministra la purificazione e l’abluzione, trasporta il Messale, e ministra alla terza lozione delle mani; va, se è almeno tonsurato, a coprire il Calice, che sarà stato asterso dal Celebrante, e lo riporta alla credenza. Torna quindi ad assistere al Messale.

23. Prima della benedizione, trasporta, se ne è il caso, il Messale dall’altra parte.

24. Risponde col 2° Cappellano al V). Sit nomen Domini benedictum. R). Ex hoc nunc et usque in saeculum. V). Adiutorium nostrum in nomine Domini. R). Qui fecit caelum et terram; e riceve in ginocchio la trina benedizione, facendosi un solo segno di Croce.

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(1) Potrà anche portarlo chiuso dal lato del Vangelo posandolo sull’Altare.
(2) Nella Messa per Benedizione di Nozze, celebrata da un Vescovo o Cardinale, si dà la pace con l’Istromento agli Sposi; ciò farà il primo Cappellano.

 

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25. Assiste col 2° Cappellano, sorreggendo il Canone, al Vangelo di S. Giovanni; non genuflette all’Et verbum caro factum est, sorreggendo il Canone aperto: e terminato il Vangelo, lascia il Canone chiuso sulla mensa, scende dalla predella, e va a collocare nel mezzo dell’infimo gradino (ovvero della predella) il cuscino pel Celebrante, sceso che sia per recitare le Preci.

26. Quindi lo aiuta a spogliarsi dei sacri Paramenti; gli ripone la Mozzetta (o Mantelletta, o l’una e l’altra) e la Croce pettorale, e finalmente gli consegna la Berretta, accompagnandolo al Faldistorio o genuflessorio.

27. Assiste al Ringraziamento, come fece alla Preparazione.

B) Ufficio del 2° Cappellano

1. Alla Preparazione, assiste alla sinistra del Celebrante, reggendo con la mano destra la Bugia, che, finita la Preparazione, porta insieme col Canone sull’Altare, genuflettendo in piano prima di salire.

2. Colloca il Canone nel mezzo dell’Altare, appoggiandolo, come si usa della Cartagloria, aperto alle parole Aufer ecc. Accosta la Bugia al Canone, dalla parte del Vangelo (cfr. Caer. Epp., l. I, c. xx, n. 1).

3. Porta la Mozzetta (o Mantelletta, o ambedue) sul cuscino superiore dell’inginocchiatoio. 

4. Se non vi sono i famigliari nobili, ministra alla prima lavanda con Boccale e Bacile.

5. Alla vestizione, porge i Paramenti al 1° Cappellano, in modo che questi possa imporli al Celebrante; e lo coadiuva in questa azione.

6. Avvertirà di non mettere il Manipolo al Celebrante, se non dopo l’Indulgentiam, lo terrà perciò con sé, poggiato sul braccio sinistro, mentre in ginocchio risponde alla Confessione. Dopo l’Indulgentiam, si alza, e baciando da una parte la croce del Manipolo, e dandolo a baciare nel mezzo al Celebrante, glielo lega al braccio, baciandone poi anche la mano (1); quindi si pone di nuovo in ginocchio.

7. Salisce, alzando la fimbria delle vesti al Celebrante.

8. Regge poi, sempre con la destra, la Bugia alla sinistra del Celebrante, tenendo l’altra mano stesa sul petto.

(1) Nelle Messe di Requiem però l’imporrà alla vestizione, prima della Croce pettorale; lo toglierà poi alla spogliazione, dopo la Croce.

 

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9. Non scende quando il 1° Cappellano trasporta il leggile, ma accompagna in mezzo, senza genuflettere, il Celebrante, che leggerà sul Canone il Munda cor meum, ecc., e poi al Messale. Alla fine del Vangelo solleverà il libro, per farlo baciare al Celebrante, poi l’accosterà col leggile verso il centro dell’Altare.

10. Al Credo, rimane sempre a sinistra del Celebrante, e per regola generale, reggendo la Bugia, non genuflette mai.

11. Dopo l’offerta del Calice, posa la Bugia tra il Messale e il Canone, e va a prendere il Boccale col Bacile per il Lavabo.

12. Poi torna a sinistra del Celebrante ad indicargli le Secrete (posata la Bugia), e dopo l’ultima toglie il Messale dal leggile, posandolo chiuso sull’Altare, e prende dal mezzo dell’Altare il Canone, aprendolo al Prefazio della Messa. Al Memento si scosta alquanto.

13. All’Elevazione, posa la Bugia sull’Altare, fa ciò che si disse del 2° inserviente della Messa letta d’un Sacerdote (se per caso deve voltare i fogli della Consacrazione, si alza, e poi torna a genuflettere).

14. Dopo l’Elevazione, si alza, e seguita a reggere la Bugia. se v’è chi si comunichi, fatta genuflessione allo scoprimento della Pisside, dopo aver posato la Bugia, si ritira e s’inginocchia, di fianco, dalla parte del Vangelo.

15. Non accompagna il Celebrante con la Bugia, nella distribuzione della Santissima Eucaristia, se pure non sia necessario per mancanza di luce.

16. All’Abluzione, toglie il Canone dal leggile, e ripone tutto al posto, come prima; trasporta la Bugia, stando a sinistra del primo Cappellano, che prende il leggile; posa la Bugia a destra del libro, e va a prendere il Boccale e il Bacile per la 3ª lavanda (1).

17. Quando torna, può supplire, a destra del Celebrante, il primo Cappellano, che andrà alla sinistra a ricomporre il Calice, ma ritornato che sia, si recherà alla sinistra, come al solito.

18. Alla benedizione, genuflette, dopo di aver accostato al lato del Vangelo la Bugia ed il Canone; poi si alza, e vicino al primo Cappellano, che regge il Canone, sostiene con la destra la Bugia.

19. Se si dovrà trasportare il Messale, non moverà il Canone.

20. Finito l’ultimo Vangelo, posa la Bugia, e chiude il libro; scende col Celebrante, gli toglie il Manipolo, che posa, con i debiti

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(1) Il Caer. Epp., l. I, c. xxiv, n. 10, dice “bis lavit”, ma soggiunge in Missa, non contando la lavanda che si fa ante Missam.

 

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baci, sull’Altare. Prende quindi la Bugia, che reggerà stando in piedi durante le ultime Preci.

21. Aiuta a spogliare il Celebrante, pone con ordine i Paramenti sull’Altare; riprende dal genuflessorio la Mantelletta (o la Mozzetta, o entrambe), e poi vi porta il Canone, che aprirà al Ringraziamento della Messa, e la Bugia, che sosterrà, come al principio.

C) Ufficio dei Cappellani, avendosi tre o quattro Chierici

1. Se i Chierici fossero tre, due di loro potranno servire la Messa, come si disse a suo luogo (p. 118 s.), tranne che il 2° inserviente trasporta la Bugia, ed il 1° il libro, ed anche essi risponderanno al Celebrante. Il primo prenderà e riporterà, senza alcuna genuflessione, il piattino alla credenza, per lo zucchetto, al principio della Prefazione. Lo stesso farà dopo la Comunione. Finito l’ultimo Vangelo, sottoporrà il cuscino al Celebrante per le Preci. All’Elevazione, se non v’è altri, potranno essi reggere le due Torcie, ed allora il 2° suonerà il campanello.

2. In tale ipotesi, il Cappellano tralascerà di fare ciò che fanno i due inservienti, ed eseguirà la parte del 1° Cappellano, già descritta, ed a volte anche quella del 2° Cappellano.

3. Alla Confessione starà genuflesso a sinistra del Celebrante, al quale imporrà il Manipolo, come si disse di sopra del 2° Cappellano; poi passerà alla destra per voltare i fogli del Messale, ed in genere rimarrà sempre alla destra del Celebrante.

4. Al Vangelo, passerà alla sinistra, per accostare poi il leggile verso il centro dell’Altare, e porre la Bugia tra il Messale e il Canone.

5. All’Orate, fratres, portando seco il Canone, ritornerà alla sinistra, assistendo al Messale, e poi al Canone.

6. All’Elevazione, si ritirerà di fianco al lato del Vangelo.

7. Ricomposto il Calice, di già asterso, e riportatolo, se egli è tonsurato, alla credenza, di nuovo assiste il Celebrante alla destra.

8. All’ultimo Vangelo, assiste a sinistra, reggendo il Canone, se ne è il caso, ma non genuflette all’Et verbum caro, ecc.

9. Toglie il Manipolo al Celebrante prima delle Preci.

10. Alla vestizione ed alla spogliazione del Celebrante, i due inservienti potranno aiutarlo.

11. Potrà anche uno di essi fare l’ufficio descritto del 2° Cappellano, con qualche lieve modificazione, e l’altro servire la Messa;

 

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in tal caso il predetto reggerebbe il piatto col manutergio alle lavande.

12. Se i Chierici fossero quattro, due faranno da Cappellani, come si è detto, gli altri due da inservienti.

13. Questi, durante la Preparazione ed il Ringraziamento, possono stare in piedi alla credenza, e si presenteranno con gli oggetti alla lavanda, prima della Messa, se non vi sono i famigliari nobili.

14. Alla Confessione, si metteranno ai lati dei due Cappellani.

15. Il 1° inserviente non bacia le Ampolle, ma solo il 1° Cappellano, che le presenta al Celebrante.

16. Dopo che si è infusa l’acqua nel Calice, riporta subito le Ampolle alla credenza, e quindi tutt’e due ministrano al Lavabo, se non vi sono i famigliari, c. s., il che ripetono prima del Communio.

Cfr. G. B. M. Menghini, Le sacre Cerimonie secondo il Rito Romano per tutti i tempi dell’Anno con il Vespro e la Messa e relativa assistenza pontificale, Roma, Ferrari, 1943, pp. 121-129.

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